Bob di Eugenio Monti, chiamato "Il rosso volante", "ingabbiato" nella palestra comunale di Oriolo Romano |
Monti esordì come sciatore ottenendo notevoli risultati: Gianni Brera lo soprannominò Il Rosso Volante per il colore dei suoi capelli e per il coraggio che dimostrava nelle discese.
La sua carriera da sciatore fu improvvisamente interrotta a causa di un grave incidente (si lacerò i legamenti di entrambe le ginocchia durante un allenamento al Sestriere).
Monti non si diede per vinto e decise di diventare pilota di bob. La sua perseveranza fu largamente ripagata. Nel 1954, alla guida di un nuovo tipo di bob ideato e realizzato a Cortina d'Ampezzo, vinse il suo primo titolo italiano. E, in meno di quindici anni di gare vinse ben 12 medaglie mondiali (11 d'oro) e sei nelle competizioni olimpioniche.
Ma forse, la medaglia più importante la vinse nell'Olimpiade di Innsbruck del 1964, quando con un gesto di incredibile sportività aiutò l'equipaggio inglese, a cui si era rotto un bullone, prestando il suo. Poiché furono proprio gli inglesi a vincere la gara (Monti arrivò terzo) la stampa italiana lo criticò aspramente per quel gesto.
Ma Monti, legato evidentemente ad una concezione dello sport più pura, rispose: "Nash non ha vinto perché gli ho dato il bullone. Ha vinto perché è andato più veloce".
Ma Monti, legato evidentemente ad una concezione dello sport più pura, rispose: "Nash non ha vinto perché gli ho dato il bullone. Ha vinto perché è andato più veloce".
Grazie a quel gesto fu comunque il prima atleta della storia a ricevere la medaglia Pierre De Coubertin, riconoscimento istituito nel 1963 per premiare gli atleti che durante i Giochi Olimpici dimostrano un particolare spirito di sportività.
Dopo aver vinto la medaglia d'oro, ormai quarantenne, all'Olimpiade di Grenoble del 1968, Eugenio Monti fu nominato commendatore della Repubblica e si ritirò dall'agonismo.
Malato del morbo di Parkinson, si suicidò nel 2003.
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